HERBERT G. WELLS - LA GUERRA DEI MONDI

La guerra dei mondi è in assoluto il romanzo più famoso scritto da Wells ed è considerato il capostipite dei romanzi fantascientifici.

Il romanzo deve in parte la sua fama allo sceneggiato radiofonico interpretato da Orson Wells; nell'adattamento radiofonico si simulava un notiziario straordinario che si inseriva periodicamente all'interno della normale trasmissione radiofonica per tenere aggiornati gli spettatori sull'atterraggio di pericolose navicelle extra-terresti.

Nonostante prima e dopo la trasmissione fosse stato ben specificato che si trattava di uno sceneggiato, per chi non aveva però seguito dall'inizio sembrava tutto vero e si verificarono delle vere e proprie scene di panico in tutti gli Stati Uniti.

Ho affrontato la lettura di questo libro incuriosita dalla sua storia, e devo dire che non mi ha delusa affatto; la descrizione dei marziani sbarcati sulla terra è molto dettagliata, oltre che alquanto fantasiosa ma devo dire che la trama regge molto bene, sopratutto mi è piaciuto tantissimo il finale.

Una serie di capsule marziane sono cadute nella campagna inglese, abbastanza distanti dalla città di Londra.
La reazione iniziale è ovviamente quella della curiosità, sostituita nel giro di poco tempo dalla paura, paura di essere polverizzati.
A Londra le notizie sui giornali arrivano a rilento, ma la popolazione della città è tranquilla, i marziani sono relativamente lontani e poi ci sono i soldati a proteggerci ... o forse no?
Forse le nostre armi sono inadeguate?

Ed ecco che l'unica soluzione è quella di scappare, verso il mare, verso altre coste.
La fiumana di gente che scappa è descritta così bene che ad un certo punto sembra di esserci in mezzo, si sente il rumore degli zoccoli dei cavalli, il fastidio della polvere che si alza da terra, il chiacchiericcio delle persone e anche i litigi tra loro ma sopratutto si è presi dalla frenesia di volersi allontanare perchè loro "stanno arrivando".

Sembrano invincibili, nulla li scalfisce eppure anche loro hanno un punto debole, anzi noi senza saperlo abbiamo un alleato, un piccolo, minuscolo alleato che li distruggerà.

Stefania.