Nel giugno del 1981, un evento tragico sconvolse l’Italia: il piccolo Alfredino Rampi, di appena sei anni, precipitò in un pozzo artesiano a Vermicino, nei pressi di Roma. Quella che si prospettava come una semplice operazione di soccorso si trasformò in una lunga e dolorosa agonia, trasmessa in diretta televisiva e seguita con ansia da milioni di italiani.
Le operazioni di soccorso si rivelarono fin da subito estremamente complesse. Una prima tavoletta, calata nel pozzo per consentire ad Alfredino di aggrapparsi, si bloccò, vanificando il tentativo. Successivamente, furono chiamati in causa degli speleologi, ma anche i loro sforzi si rivelarono vani. Il capo dei pompieri, Francesco Pastorelli, ideò allora un tunnel parallelo al pozzo, nella speranza di raggiungere il bambino.
Nel frattempo, le telecamere inquadravano costantemente il pozzo, trasmettendo in diretta le immagini di un’Italia intera che si stringeva attorno al piccolo Alfredino. Tra i tanti che si avvicendarono sul luogo della tragedia, ricordiamo Isidoro Mirabella, che tentò invano di raggiungere il bambino, e Nando Broglio, un vigile del fuoco che riuscì a instaurare un dialogo con Alfredino, cercando di confortarlo.
Una figura in particolare colpì l'immaginario collettivo, quella di Angelo Licheri che si offrì volontario per tentare di salvare Alfredino. Con un coraggio fuori dal comune, si calò a testa in giù nel pozzo stretto e angusto, affrontando rischi inauditi. Purtroppo, nonostante la sua determinazione e le sue straordinarie capacità, Licheri riuscì a raggiungere il piccolo Alfredino (che si trovava a 60 metri di profondità) ma non fu in grado di tirarlo fuori dal pozzo, perchè continuava a scivolargli dalla presa.
Il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, seguì con apprensione le operazioni di soccorso, sottolineando l’importanza di non perdere mai la speranza. Purtroppo, nonostante gli sforzi di tutti, per il povero Alfredino non ci fù nulla da fare.
La notizia della morte di Alfredino sconvolse l’Italia, già provata da anni di piombo e tensioni sociali. La diretta televisiva, che aveva lo scopo di tenere informati i cittadini, si trasformò in una sorta di via crucis collettiva, riassunta molto bene dalle parole di Giancarlo Santalmassi durante l'edizione straordinaria del TG2 del 13 giugno 1981:
«Volevamo vedere un fatto di vita, e abbiamo visto un fatto di morte. Ci siamo arresi, abbiamo continuato fino all'ultimo. Ci domanderemo a lungo prossimamente a cosa è servito tutto questo, che cosa abbiamo voluto dimenticare, che cosa ci dovremmo ricordare, che cosa dovremo amare, che cosa dobbiamo odiare. È stata la registrazione di una sconfitta, purtroppo: 60 ore di lotta invano per Alfredo Rampi.»
(Alfredino Rampi - Immagine presa dal web)
La storia di Alfredino Rampi resta un capitolo doloroso della storia italiana, un monito sulla fragilità della vita e sull’importanza della solidarietà. La miniserie televisiva “Alfredino – Una storia italiana” ha riportato alla luce questa vicenda, offrendo al pubblico un’occasione per riflettere su un evento che ha segnato profondamente la nostra collettività.
Stefania.
Uma história trágica de dolorosa emoção.
RispondiEliminaApesar de todos os abnegados atos heróicos a morte levou a melhor.
Abraço de sentida solidariedade.
Juvenal Nunes
Quel giorno l'Italia si è fermata.
RispondiEliminaBeautiful post
RispondiEliminaBeautiful post
RispondiEliminaPlease read my post
RispondiEliminaBeautiful post
RispondiEliminaIo non ho visto la miniserie dedicata ad Alfredino ma ricordo quei giorni tragici. Anch'io continuavo a guardare la televisione, sperando che arrivasse la notizia , tanto attesa, che il piccolo era salvo. Ricordo il tentativo del soccorritore, che si è calato a testa in giù ma Alfredino gli è scivolato dalle mani. E purtroppo è arrivata la tragedia. A quel tempo , non si sapeva bene neanche come intervenire, si cercava di scavare un tunnel parallelo ma ci voleva troppo tempo...L'unica cosa positiva che ci vedo in questa tragedia è la solidarietà che ha unito tutti, per questo piccino. Ciao. Buona domenica.
RispondiEliminaEro piccola quando accadde la tragedia. Seguivo gli sviluppi delle vicende in tv con i miei genitori. Triste ricordo.
RispondiEliminaQuiero recordar algo sobre este pequeño niño, que su intento de rescate conmocionó a medio mundo a través de las televisiones... Con la tecnología que había ya en los ochenta muchas cosas se tuvieron que hacer mal, para tan drástico desenlace. Pero sobre todo lo que más me estremece fueron esas sesenta horas de sufrimiento de Alfredino, por lo que no sería capaz de ver esa miniserie.
RispondiEliminaUn abrazo, Estefanía.
Goodness! I'm so sorry I did not know this tragic story.
RispondiEliminaBlessings.
All the best Jan
Capisco che la storia di Alfredo Rampi sia stata un triste capitolo nella vita italiana e quindi ringrazio tutti voi che avete lasciato un commento
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